Ogni canile è un luogo unico.
Questa peculiarità dipende da una serie di fattori:
Proviamo a suddividere la realtà italiana in tre:
Nord: grande concentrazione di canili, prevalentemente la stabulazione dei cani è in box singoli o al max. 3/5 cani. Alta affluenza di pubblico, spesso la gestione è a carico di associazioni animaliste, le stesse sono presenti e attive anche in canili gestiti da privati.
Centro: minor numero di canili, più dovuta a una diversa composizione geografica del territorio che ad una minor sensibilità della popolazione. Maggior presenza di cani vaganti che però non possiamo definire randagismo endemico. Le associazioni animaliste operano in modo molto simile a quelle del nord.
Sud: la realtà è estremamente diversa dalle altre, qui il randagismo è un problema endemico. La popolazione è, di norma, disattenta al problema, anche perché, se si vuole prendere un cane, è normale non recarsi al canile ma semplicemente scendere in strada. Le associazioni animaliste raramente si occupano della gestione dei canili, che sono prevalentemente appaltate a privati. Di contro alcune associazioni hanno creato rete per riuscire ad affidare in tutto il territorio nazionale i cani tolti dai canili lager.
Varcata la soglia di un canile dobbiamo osservare. Tutto in cinofilia nasce dall’osservazione.
Guardiamo come sono i box, se esistono aree di sgambamento, come sono e come vengono utilizzate.
Quali tipologie di cani sono ospitati.
Poi dobbiamo conoscere la realtà della struttura e per farlo parliamo con gli operatori, sia quelli che si occupano delle pulizie, sia quelli che si dedicano alle passeggiate (in molti canili le pulizie e le pappe sono a carico dei dipendenti, le passeggiate le fanno i volontari).
Chiediamo loro quali materiali utilizzano per la pulizia e con che frequenza viene effettuata.
Quale tipo di alimentazione distribuiscono e quanti pasti vengono somministrati quotidianamente.
Guardiamo quali strumenti vengono usati per portare in passeggiata i cani e chiediamo se vengono toelettati.
Chiediamo se vi sono dei veterinari presenti in struttura e se sono solo veterinari Asl o se vengono utilizzati anche liberi professionisti. Qual è la situazione sanitaria in generale, se i cani vengono vaccinati. Se è prassi del canile sterilizzare prima dell’affidamento, e più nello specifico se tutti o solo le femmine.
Dopo l’osservazione e la conoscenza, siamo in grado di avere un’immagine più delineata di dove siamo, ci siamo fatti un’idea sul contesto e sulle cose da fare.
Mai giudicare ma chiedere se gli operatori hanno evidenziato difficoltà, e su quella base iniziare a studiare un piano di lavoro.
Un consiglio a tutti i ragazzi che frequentano le varie scuole educatori: entrate in canile… e presentatevi così: «Buongiorno sono Ivano Vitalini e faccio l’ortolano, vi serve un volontario?»
Fate un passo indietro, non siete educatori in questo contesto… siate intelligenti e il canile vi darà tanto, più di quello che vi aspettate.
Se vi metteranno a pulire i box, potrete applicare tutte le lezioni di comunicazione che vi hanno insegnato… potrete concretizzare moltissimo e, soprattutto, faciliterete l’inserimento del cane nel nuovo contesto familiare.